L’alcol si distingue, all’interno del panorama delle sostanze psicoattive, come una delle più diffuse e tollerate al mondo. La sua assunzione protratta (episodica o cronica) spesso viene sottovalutata o trascurata ma può provocare grandi sofferenze su più dimensioni.
Esistono innumerevoli studi che evidenziano i danni dell’alcol (fisici, psicologici, familiari, ecc.) ma in questo articolo considereremo alcuni danni a livello psicologico.
Sebbene non si possa parlare “di personalità alcolica”, poiché sono numerosi i fattori che diversificano un’individuo dall’altro, si riscontrano delle variabili di personalità costanti nelle persone con problemi di alcol.
E’ riconosciuto uno stretto rapporto tra depressione e alcolismo; nella maggioranza dei casi questo stato emotivo deriva dall’abuso, dalla dipendenza o dall’astinenza alcolica, mentre in altri casi l’alcol viene utilizzato come autocura (bere per alleviare uno stato di malessere), ma, una volta svanito l’effetto della sostanza, la condizione depressiva tende ad accentuarsi.
Esiste un’alta correlazione anche tra alcol e ansia e, come per la depressione, i problemi d’ansia possono nascere dall’abuso di alcol o l’alcol nuovamente considerato un’autoterapia; sembrano aumentare gli stati ansiogeni nelle persone che assumono elevate quantità di alcol ma anche tra chi si considera bevitore moderato, poiché spesso alla base c’è l’illusione che attraverso la sostanza si possa alleviare un malessere personale.
Vi è correlazione anche tra alcol e aspetti della socializzazione; l’alcol spesso viene assunto come elemento disinibente nelle varie situazioni sociali, con il rischio che il soggetto si convinca di non saper affrontare tali situazioni senza la sostanza sviluppando, così, una percezione negativa di sé e delle proprie capacità e di conseguenza rinforzando il bisogno di bere. Questo effetto disinibente può portare anche a comportamenti aggressivi, litigiosi e/o violenti poiché, in assensa di una buona capacità di analisi delle situazioni, si rischia più facilmente di infrangere regole e mettere in pericolo se stessi e gli altri.
L’alcol, in opposto, può anche condurre ad isolarsi, ad evitare di relazionarsi rifiutando il dialogo o ad un ritiro dalla vita affettiva.
L’alcol spesso viene legato anche alla trascuratezza: il bevitore tende a trascurarsi, a non avere cura del proprio corpo e di se stesso come persona.
Molti ancora sono gli aspetti psicologici che vengono modificati da questa sostanza. Sebbene esistano queste ed altre costanti, i fattori che intervengono nel definire il soggetto con problemi di alcolismo sono innumerevoli e non possono essere trascurati, soprattutto nel momento di aiuto e di cura. Difficile è ammettere il problema, perciò si tende a nasconderlo e a credere di poter smettere in qualsiasi momento. Se ne può uscire con l’aiuto dei familiari e presso le strutture specializzate (es. Ser.T.) in un percorso mirato e finalizzato a sostenere non solo chi beve, ma anche chi gli sta intorno. Fondamentale è anche la frequenza ai Club Alcologici Territoriali (CAT) o ai gruppi degli Alcolisti Anonimi (AA) che affrontano il problema con modalità diverse ma entrambi attraverso la condivisione delle proprie storie, lo scambio di informazioni e il sostegno reciproco tra tutti i partecipanti.