Proprio così, sembra ripetitivo parlare ancora di ansia, visti gli innumerevoli articoli che affrontano questa tematica ma, purtroppo, sono moltissime le persone che ne soffrono ed e’ un problema sempre più presente anche tra gli adolescenti. Secondo il rapporto dell’ISTAT 2017 sembra che in Italia ne soffrano 2 milioni e mezzo di persone.
Non starò a ripetere i sintomi che la caratterizzano, perché sono ormai piuttosto conosciuti ma, con questo breve articolo, vorrei incentivare tutte quelle persone che soffrono di questa patologia a farsi aiutare. Ai miei pazienti comunico sempre che comprendo quanto sia difficile, se non logorante, soffrire d’ansia ma, cerco anche di far capire loro che questi sintomi non sono essi stessi il problema, ma sono dei campanelli d’allarme che indicano che c’è qualcosa di più profondo da dover sistemare: l’ansia ci comunica che è il momento di approfondire delle questioni e di lavorare su se stessi perché c’è qualcosa che non va ed è per questo che il nostro obiettivo non deve essere solo quello di “zittire” questi sintomi (magari con dei farmaci), ma di eliminarli solo a seguito di un lavoro fatto su se stessi.
Molto spesso incontro pazienti che, prima di dover affrontare il loro problema d’ansia, presente in maniera importante, riferiscono un episodio o qualche episodio di ansia passato ed isolato. Ecco spesso, appunto, sono piccoli episodi isolati che, proprio per queste loro caratteristiche, non vengono presi in considerazione, ma sono i primi indizi che comunicano in maniera “leggera” che c’è un problema e, non venendo spesso considerati, col tempo progrediscono e tendono a ricomunicare la stessa cosa in maniera più intensa da condurre allora il soggetto a decidere, finalmente, di prendere in mano la situazione.
E’ importante non essere indifferenti ai sintomi d’ansia; non rischiare che questa situazione peggiori è un buon consiglio e rivolgersi in maniera tempestiva ad uno specialista è fondamentale.