Facendo spesso terapie di coppia, colgo alcune dinamiche che sembrano ripetersi all’interno delle storie dei partners in crisi che mi chiedono aiuto. Chiaramente, ogni coppia è un caso a sé, ognuna ha la propria storia e le proprie peculiari caratteristiche; tuttavia, sembra essere ricorrente un problema di dialogo nella coppia.
Quando inizialmente due si scelgono, non lo fanno casualmente. Ognuno, infatti, seppur inconsciamente, cerca qualcosa nell’altro: la scelta ha un senso per ciascuno. Se la relazione continua, ovviamente, col tempo evolve: ogni partner cresce e cambia e di conseguenza può venir meno anche quel bisogno iniziale che ha guidato la scelta, dato che si modificano i nostri bisogni nel tempo. Pertanto, occorre sottolineare con forza quanto sia importante ridefinire costantemente la relazione, investire nella coppia non dando nulla per scontato: aspetto, quest’ultimo, che spesso, purtroppo, manca e può condurre ad un allontanamento senza che i due partners se ne accorgano, se non quando sono ormai molto lontani.
Spesso noto quanto sia scarsa la comunicazione tra partners e quanto, nel tempo, ci sia il rischio che tale aspetto possa scemare. A volte si parla di più con altre persone e meno con la persona che ci sta accanto, dando spesso la sua presenza per scontata. Dalla poca comunicazione può derivare anche il disinteresse di chiarire certi aspetti che non ci vanno dell’altro, per non creare scontri o per non amplificare quelli già presenti, con la speranza che tutto si sistemi da sé. Questa modalità di comportamento ci porta a sviluppare autonomamente una spiegazione (a volte errata) del perché l’altro si comporta in un certo modo nei nostri confronti e, di conseguenza, a comportarci con l’altro in base a questa nostra spiegazione e non in base a quella reale che nascerebbe dal confronto.
Elsa e Mario (nomi casuali) negli anni si sono sempre più allontanati: lui sempre al lavoro fino a tardi e lei a badare alla crescita dei figli e alla casa. Pochi, nella coppia, i momenti di dialogo costruttivo e molti, invece, i litigi perché Elsa reclama la presenza del marito in famiglia e il marito giustifica la sua assenza col tanto lavoro, utile per il mantenimento della famiglia stessa. Quei pochi momenti liberi sembrano non essere ben sfruttati poiché la moglie rifiuta alcune proposte del marito, dato che nemmeno lui accoglie i suoi bisogni. A volte anche Elsa propone a Mario di fare assieme delle cose e riceve una risposta negativa, perché lei non lo ha accontentato precedentemente. Si instaura così un meccanismo disfunzionale per la coppia, fatto di continue accuse e dispetti reciproci. Senza un reale confronto, nella mente di ciascuno si può sviluppare, e successivamente radicare, l’idea che l’altro non sia più interessato, perciò appare abbastanza logico che nessuno farà davvero nulla per l’altro e per la coppia, dato che “non gli/le importa più nulla”.
Alla base di tutto c’è, dunque, l’assenza di un vero e proprio confronto chiaro, di un dialogo sincero dove ognuno ammette i propri bisogni e accoglie quelli dell’altro senza sminuirli, se non con arrabbiature e dispetti, dando inoltre per scontata la presenza del partner.
Non è sempre facile, e certamente non lo è per tutti, affrontare problematiche di famiglia o di coppia, ma è vitale farlo; il cercare di metterle nel dimenticatoio non risolve e, presto o tardi, esse torneranno a galla, e solitamente più complesse. Quando i conflitti si protraggono per molto tempo senza risoluzione possono o aggravarsi o logorare i partners, poiché questi ultimi vivono quasi costantemente in una condizione dolorosa e stressante.
Il dialogo è fondamentale e quando questo non c’è, oppure è di scarsa qualità, la coppia spesso va in crisi.
Uno degli aspetti fondamentali del contesto psicoterapia di coppia è il permettere ai pazienti di esprimersi in maniera pacata e tranquilla, comunicandosi i propri pensieri e sentimenti, in un ambiente protetto e contenuto, senza aggressività e senza litigi. In questo modo capita spesso che le persone riescano a dirsi alcune cose per la prima volta, dato che da soli non riuscivano né a parlarsi in maniera costruttiva e pacata, né, ovviamente, ad ascoltarsi: quindi, non riuscivano più a comunicare.
Dott.ssa Salima Serafin
Psicologa-psicoterapeuta