“Rinaldo abbandona Armida”, Giovanni Battista Tiepolo, affresco, 1753, Firenze, Galleria degli Uffizi.
La paura dell’abbandono, come un po’ tutte le paure, deriva sicuramente da una situazione famigliare in cui si è stati privati di qualcosa o di qualcuno e, a causa di questo, non si è riusciti ad elaborare un modello funzionale per vivere bene la relazione con se stessi e con gli altri.
In particolar modo nel relazionarsi con gli altri, la paura dell’abbandono può causare diverse situazioni di disturbo.
Le più comuni fanno riferimento al provare un forte stato d’ansia che viene riversato nel rapporto che si sta vivendo, così da rendere difficile la relazione stessa.
Mal interpretare episodi comuni di vita di coppia con il pensiero infondato che l’altr* abbia agito di proposito verso una qualsivoglia mancanza; diventare eccessivamente dipendenti dall’altr* (vedi dipendenza affettiva); oppure, al contrario, sbarazzarsi velocemente di qualsiasi tipo di rapporto per paura di sentirsi abbandonati in un secondo momento. Questi sono tutti esempi di situazioni di disagio che possono venire a formarsi nei casi di sindrome dell’abbandono.
La paura dell’abbandono si può riscontrare in tutti i tipi di rapporto: di coppia, di amicizia, tra fratelli e sorelle, genitoriale.
Spesso, la persona che soffre di questa paura è incapace di pensare che la relazione possa finire e, il forte senso di sfiducia, la porta a credere che le persone importanti della sua vita siano inaffidabili e che, da un momento all’altro, potrebbero allontanarsi da lei.
Questo non può far altro che innescare una serie di dinamiche disfunzionali come, ad esempio, l’impossibilità di vedere le reali caratteristiche della persona di cui, invece, ci si dovrebbe fidare.
Anche la scelta di chi contornarsi potrebbe rivelarsi sbagliata, in quanto la sindrome dell’abbandono potrebbe portare a scegliere persone instabili e problematiche che alimenterebbero quel senso di vuoto incolmabile.
La paura abbandonica può indubbiamente svilupparsi nel contesto famigliare in cui il bambin* potrebbe non sentirsi abbastanza accudito, amato e compreso durante l’infanzia. I motivi possono essere la perdita di un famigliare, un allontanamento, vissuto realmente o percepito, o delle vere e proprie mancanze nel modello di crescita dei genitori. Il modello con cui siamo stati cresciuti, infatti, influenza la nostra identità e il nostro livello di autostima da adulti. In altri casi l’evento traumatico può essersi verificato in età adulta, tanto da condizionare fortemente la vita di tutti i giorni.
Come tutte le problematiche psico emotive, la chiave per sentirsi meglio è comprendere il nostro stato psicofisico e adottare un atteggiamento proattivo per cercare un’alternativa al nostro malessere.
Questo significa appurare il fatto che effettivamente nella nostra vita sia successo qualcosa che ci ha feriti e che ci ha procurato del dolore. Partendo da questo assunto, si può cominciare un percorso verso il nostro benessere.
Prova a leggerti queste frasi, se ti risuonano possono esserti di grande aiuto:
Per altri spunti puoi sempre decidere di farti affiancare attraverso la psicoterapia che può alleviarti dal peso del passato e farti riacquistare la fiducia in te stess* e nel prossimo.
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