La nostra società tende a dare un valore negativo al termine “crisi”, trasferendogli tutta una serie di aspetti problematici dai quali sembra quasi impossibile uscirne.
Complice, soprattutto, la situazione sociale ed economica che stiamo vivendo, molto spesso ci troviamo ad essere ingiustamente influenzati da un pensiero comune più pessimista che ottimista. Ma dovremmo fermarci tutti un momento a riflettere sul significato evolutivo di questa parola e su ciò che realmente rappresenta nella vita di ognuno di noi.
In realtà, la parola crisi cela in sé un doppio significato: sta ad indicare indubbiamente la presenza di una difficoltà più o meno grave ma, allo stesso tempo, fa riferimento alla possibilità di scegliere permettendoci di cambiare qualcosa nella nostra vita.
La direzione che diamo al nostro percorso di vita dipende da noi stessi e dalle nostre capacità di affrontare una fase più o meno critica. La crisi, infatti, più che una catastrofe irreversibile, è da leggere come un’opportunità che la vita ci pone per dare nuova linfa al nostro cammino; aria nuova che ci permette di superare quel momento critico che, inevitabilmente, ci stiamo trovando a vivere.
Potremmo dire che la vita è fatta di una serie di crisi, più o meno rilevanti, per ciascuno di noi e per il sistema familiare di cui facciamo parte e la necessità di ricercare nuovi equilibri, più funzionali, si presenterà ogni qualvolta ci si ritroverà a vivere degli eventi, siano essi positivi o negativi. Per fare solo qualche esempio, si parte fin da subito con la crescita fisica, emotiva e psicologica di ognuno: ogni fase è contraddistinta da specifiche tappe, come la scelta della scuola o dell’università, le prime esperienze amorose, le nuove consapevolezze del mondo del lavoro, un possibile matrimonio, un figlio ma, pure, un accaduto traumatico quale un incidente, una malattia, una perdita.
La mia professione mi porta spesso a conoscere situazioni di disagio familiare causate da traumi più o meno dolorosi.
Ma questi traumi, anche nel più difficile dei casi, sono da considerarsi dei momenti di passaggio da una vecchia impostazione ad un nuovo equilibrio che andrà a formarsi. Il grosso dispendio di energie sta proprio nel trovare nuovi punti fermi attraverso un “cambio di rotta” che si rende fortemente necessario e che permetterà l’instaurarsi di un nuovo sistema di pensiero, più adatto al nuovo contesto familiare. Quando alcune importanti priorità cambiano, i membri della famiglia si trovano a dover affrontare una grossa trasformazione, e non tutti potrebbero saper fronteggiare al meglio questo particolare momento critico. Ecco che diventa fondamentale imparare ad essere resilienti. La resilienza è la capacità di farsi carico della sofferenza e, allo stesso tempo, di mettere in campo le proprie abilità al fine di trovare la soluzione più adatta al problema che si sta vivendo. Essere resilienti, però, non significa solo saper tener duro davanti alle difficoltà ma significa, anche, saper arginare il più possibile il problema, circoscrivendo le cause del disagio senza permettere che vadano ad intaccare, più del dovuto, una situazione già in difficoltà.
La crisi ci pone davanti alla possibilità di trasformarci, facendo leva su risorse (interne a noi o appartenenti all’ambiente esterno) il più delle volte a noi sconosciute, che potremmo scoprire proprio grazie a questa situazione critica. A volte questo cambiamento può essere lento e può farci sentire inghiottiti da un profondo malessere per un prolungato periodo di tempo, oppure potremmo sentirci svuotati, tristi, apatici, con la netta sensazione di non farcela.
Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutare proprio in questo senso, supportando la persona a comprendere in che modo si sia ritrovata in quella situazione e a sviluppare nuove potenziali soluzioni per uscire dallo stato critico.
Ritrovare una rinnovata stabilità psico-emotiva è quello di cui si ha bisogno per imparare a contare al meglio sulle proprie forze e continuare a camminare più forti di prima.
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