A volte pur di attrarre l’attenzione e comunicare qualcosa adottiamo comportamenti sbagliati o dannosi verso noi stessi o verso gli altri. Tale meccanismo è purtroppo frequente e spesso inconsapevole e può essere presente all’interno di tutti i tipi di relazioni esistenti (ad es. tra coniugi, tra fratelli, tra genitori-figli; tra figli-genitori, tra amici, ecc.). Quando questo accadde è evidente quanto sia implicita nella persona, che attua questo tipo di comportamento, l’idea che solo attraverso questa modalità si possa ottenere qualche vantaggio (come ad esempio, appunto, quello di essere considerati) perché nell’altra persona (destinatario) sembra infatti che, spesso, proprio solo questa modalità comunicativa catturi realmente l’attenzione. In questo modo e con questa modalità da parte dei soggetti coinvolti, non si fa che portare avanti questo schema, e quindi queste dinamiche spiacevoli, che rischiano di diventare frequenti o addirittura predominanti nella relazione.
Può capitare ad esempio di vedere bambini che adottano comportamenti “sbagliati” come ad esempio capricci esagerati o problemi scolastici per comunicare qualcosa, perché solo così facendo sentono di ricevere dell’attenzione ed essere davvero visti e considerati; o osservare comportamenti scorretti da parte di mogli o mariti per sentirsi magari ascoltati, visti dall’altro, altrimenti ciò sembrerebbe non accadere.
La responsabilità non è solamente di chi attua il comportamento che appare a prima vista disfunzionale, ma diventa di tutti i membri coinvolti nella relazione. Poiché questo schema comportamentale è andato costruendosi un po’ alla volta da tutte le parti (persone) coinvolte, dato che ci si influenza a vicenda, diventa arbitrario cogliere il punto di inizio e addossare la completa responsabilità ad un solo soggetto, quello che solitamente manifesta il comportamento disfunzionale, anche se è quello che solitamente alla fine succede.
E’ essenziale che tutti si mettano in discussione e analizzino quale sia il proprio “contributo” o “responsabilità” in ciò che alla fine emerge come problema ed è importante che questo avvenga con l’aiuto di un esperto. E’ perciò importante comprendere che delegare la responsabilità solamente a chi attua il comportamento disfunzionale, credendo che sia la sola persona da dover aiutare, può non essere sufficiente ai fini del cambiamento, o meglio, ai fini del miglioramento.
dott.ssa Salima Serafin